Volti nella folla di Valeria Luiselli

Volti nella folla – Valeria Luiselli

Stando a Book Riot, agosto era il mese delle scrittrici lette in traduzione. Da traduttrice non potevo non unirmi alla celebrazione, quindi ho deciso di unire l’utile al dilettevole e leggere il primo romanzo di Valeria Luiselli, una scrittrice messicana classe 1983 che purtroppo non sono riuscita a vedere lo scorso aprile alla London Book Fair (era intervistata insieme alla sua traduttrice inglese).

Volti nella folla di Valeria Luiselli

Volti nella folla non è propriamente un romanzo, o meglio non è un romanzo nel senso tradizionale del termine. La protagonista e narratrice procede per brevi paragrafi, alternando al racconto autobiografico dei suoi anni a New York in una piccola casa editrice al resoconto della sua vita al momento in cui scrive, mentre cerca appunto di portare a termine il suo romanzo e al contempo di essere moglie e madre nel suo appartamento a Mexico City.

Inizialmente la narrazione è abbastanza lineare e il confine tra il periodo newyorchese e il presente è netto. Man mano che si procede, però, l’atmosfera si fa sempre più onirica e il lettore comincia inevitabilmente a dubitare della veridicità di certe affermazioni.

La vita a New York della protagonista ruota intorno alla casa editrice per la quale lavora come traduttrice e come una sorta di agente letteraria: molte delle sue giornate sono passate in biblioteca a studiare autori messicani potenzialmente traducibili in inglese. Sarà proprio uno scrittore messicano vissuto per un breve periodo a qualche isolato dalla casa della ragazza, Gilberto Owen, ad attirare la sua attenzione, talmente tanto da convincere il direttore della casa editrice a prendere in considerazione l’idea di pubblicarlo. La presenza di Owen si fa sempre più invadente nella mente della protagonista, che ne diventa ossessionata. Questa ossessione si ripercuote anche sulla prosa, che diventa sempre più meta-letteraria, paragonando la vita all’atto dello scrivere. Ma la vita della protagonista a Mexico City è fatta di un romanzo da portare a termine, un marito che legge i suoi scritti e la interroga sulla sua vita passata, un appartamento, due figli. Ecco allora che anche i paragrafi sulla vita in Messico si fanno più confusi, coinvolgendo un lettore in una spirale dalla quale è difficile uscire anche a romanzo terminato. Il limite fra lettura e scrittura, tra arte e vita, il ruolo e il significato del romanzo, l’influenza che certi scrittori hanno su di noi, le relazioni vere e fittizie che intratteniamo con gli altri: entrerete in questo romanzo e vedrete anche voi volti nella folla, e ne rimarrete sicuramente affascinati.

 

Volti nella Folla
La Nuova Frontiera
Traduzione di Elisa Tramontin

 

Leave a life. Blow everything up. No, not everything.: blow up the square meter you occupy among people. Or better still: leave empty chairs at the tables you once shared with friends, not metaphorically, but really, leave a chair, become a gap for your friends, allow the circle of silence around you to swell and fill with speculation. What few people understand is that you leave one life to start another.

 

L’edizione che ho letto io e che mostro qua è Faces in the Crowd, Granta Books, traduzione di Christina MacSweeney.

Faces in the crowd by Valeria Luiselli

Traduttrice, femminista, lettrice.
Articolo creato 41

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