Letture – Settembre 2019

Settembre è volato. Qui a Londra è sembrato che il tempo atmosferico avesse una sorta di calendario per far scattare l’autunno con l’arrivo di questo mese, quindi ormai è già qualche settimana che si gira con l’impermeabile, si bevono tisane bollenti e, nel mio caso, si spera che la caldaia abbia smesso di impazzire e di lasciarmi senza acqua calda per quasi due settimane.

Settembre è anche stato anche un mese di letture molto soddisfacenti, quindi partiamo subito.

 

Il libro di Emma – Emma Reyes, traduzione di Violetta Colonnelli, SUR

Emma Reyes è stata un’artista, pittrice, per l’esattezza, colombiana, la cui storia ci viene qui raccontata da lei stessa attraverso le lettere che manda ad un amico. La vita della Reyes è stata un susseguirsi di avvenimenti tragici: dal vivere in una stanza a Bogotà con la signorina María, fino ad essere abbandonata, insieme alla sorella, in un convento di suore di clausura, l’infanzia e l’adolescenza di Emma sono state scandite da abbandoni, paure, incomprensioni. Eppure, il tono delle lettere non è mai deprimente. Anche nel descrivere le esperienze più brutte vissute con la sorella, Emma riesce ad esprimersi quasi con leggerezza, a proseguire il suo racconto di lettera in lettera, trovando il modo di far capire a chi la legge che anche nei momenti più disperati due bambine possono trovare serenità, che sia costruendo un pupazzo di fango in una discarica con gli altri bambini del quartiere o rallegrarsi di una piccola vittoria al convento.

 

Feminism for the 99%: a Manifesto – Cinzia Arruzza, Tithi Bhattacharya, Nancy Fraser (in italiano: Femminismo per il 99%: un manifesto, traduzione di Alberto Prunetti per Laterza)

Questo libriccino è potentissimo. Spero di riuscire a girare presto una puntata di #libristerici per potervene parlare più in dettaglio, ma se l’anno scorso non avevo apprezzato il modo di esprimersi di un altro manifesto, con questo è tutta un’altra storia. Dopo averlo letto si ha voglia di fare qualcosa, di non lasciarsi abbattere dallo stato delle cose, ma di provare a mettere in pratica le soluzioni offerte dalle autrici. Il femminismo per il 99% non è un femminismo volto solo alle donne e alle minoranze, è un femminismo chiaramente intersezionale, ma soprattutto internazionale, ecologista, anti-razzista e anticapitalista. Leggetelo.

 

The Testaments – Margaret Atwood (in italiano: I testamenti, traduzione di Guido Calza per Ponte alle Grazie)

Sono già stati versati fiumi di inchiostro sul seguito de Il racconto dell’ancella, quindi non mi dilungherò. Personalmente, non ho mai terminato neanche la prima stagione della serie (non perché non mi piacesse, anzi, ma mi metteva troppa ansia), ma come sapete ho adorato Il racconto dell’ancella, quindi ero curiosa di leggerne il seguito e di ritornare in quel mondo per vedere cosa fosse successo. Eppure, allo stesso tempo avevo la sensazione che non sarebbe stato all’altezza del suo predecessore, e infatti così è stato.

Se da una parte il romanzo offre spunti interessanti, dall’altra non ha lo stesso impatto del primo. Non si vive nello stesso stato di costante tensione, non ci si imbatte in chissà quali colpi di scena e sinceramente la costruzione di alcuni personaggi non è molto convincente. Mi dispiace che una scrittrice capace di raggiungere vette ben più alte abbia scritto un libro sì leggibile e godibile, ma che non credo lascerà il segno.

 

Sensible Footwear: a Girl’s Guide – Kate Charlesworth

Questo graphic novel è veramente un gioiellino (anche se non nella stazza). L’autrice ci racconta la sua vita, in particolare dal punto di vista della propria sessualità e dello scontro con una madre abbastanza dura nei confronti di questa cosa, percorrendo allo stesso tempo il contributo della sfera queer alla cultura pop nel Regno Unito durante il secolo scorso e fino ai giorni nostri. Ho sofferto con lei, mi sono divertita e ho scoperto personaggi del mondo dello spettacolo e della letteratura, nonché discriminazioni e leggi che sembra impossibile siano state abrogate solo di recente in un paese come il Regno Unito (ma del resto, ultimamente il Regno Unito è fonte di molte delusioni).

 

Sogni e favole – Emanuele Trevi, Ponte alle Grazie

Sogni e favole è senza dubbio il libro del mese, se non uno della vita. Emanuele Trevi ci racconta una storia che comincia in un cinema d’essai di Roma nel 1983, un’epoca in cui aveva ancora senso parlare di artisti, “quando un poeta, un pittore, un regista erano esseri umani investiti da una vocazione, e la loro vita non era un pettegolezzo, una delle tante variabili mercantili della celebrità, ma una storia vissuta fino ai limiti dell’umano”. In questo cinema, Emanuele, alla fine di un turno, conosce Arturo Patten, fotografo che lascerà un segno indelebile nella sua vita. Ma Sogni e favole non è solo la storia di come Arturo Patten riuscisse a racchiudere vite intere nel suo obiettivo, o di come la poetessa Amelia Rosselli riuscisse ad avere uno sguardo così peculiare ed essere un’anima in pena, o ancora, non è la semplice analisi della omonima poesia del Metastasio, né vuole offrirci uno spaccato sulla vita del critico Cesare Garboli. Sogni e favole è soprattutto un libro sull’arte, su come questa possa avere un impatto sulla nostra vita, anche a distanza di anni da quando abbiamo letto o ascoltato qualcosa. È difficile cercare di racchiudere in poche parole un libro che mi ha lasciato così tanto, che mi ha fatto scoprire artisti che mio malgrado ignoravo e che mi ha confermato che guardarsi dall’esterno e vagabondare senza meta per una città sono cose che hanno senso, e che ci sono persone che possiamo incrociare per caso, fosse anche solo tramite una loro parola scritta o una foto, ma il cui passaggio può cambiarci per sempre. Questo articolo spiega meglio di me perché Emanuele Trevi è un grande scrittore, dal canto mio mi limito a dire che leggerò tutti gli altri suoi libri e vi invito a leggere Sogni e favole il prima possibile.

Traduttrice, femminista, lettrice.
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