Lettere

Perché amo le newsletter personali

[Questo post è uscito anche su Medium]

La situazione mi sta sfuggendo di mano. Mi arrivano newsletter a cui nemmeno ricordo di essermi iscritta, ma che una volta aperte si rivelano essere la newsletter di quel blog lì, oppure la newsletter consigliata da quell’altra newsletter là. Non riesco a smettere di leggerle. Mi piacciono talmente tanto che ne ho creata anche una io.

Rimane però la domanda: perché mi piacciono così tanto le newsletter personali? Cosa c’è di diverso dal seguire la stessa persona sugli altri social? C’è tantissimo di diverso, secondo me. Per quanto i social mi piacciano, non si può sempre essere lì a vedere il post di Tizio, il video di Caio e la foto di Sempronio. La gara per ricevere più attenzioni è sempre attiva su tutti i fronti e il tempo passa in un infinito scroll dove molto spesso non c’è il tempo per soffermarsi sulle sfumature.

La newsletter, invece, arriva senza fare rumore. Non vuole catturare la tua attenzione. E’ lì, nella tua casella di posta elettronica, ma non diventerà stantia nel giro di poche ore o talmente virale da non fare più notizia. La newsletter ti permette di fare visita ad una persona che non conosci, che magari neanche sai che aspetto abbia (seguo così tante newsletter senza avere idea di chi le scriva!), ma che per un qualche motivo ti accoglie in casa sua e ti offre una tazza di tè fumante.

C’è una newsletter che conservo per i momenti in cui sono giù, perché so che mi farà sorridere. Un’altra invece la aspetto per scoprire qualcosa di più su argomenti che mi affascinano, ma di cui non sono esperta. Altre le leggo perché la scrittura delle donne dietro allo schermo (sì, il 98% delle newsletter a cui sono iscritta sono opera di donne) mi incanta e lascio che mi raccontino la loro storia e mi indirizzino verso articoli a cui non sarei mai arrivata altrimenti.

L’ultima volta in cui ho cliccato su “Iscriviti” è stato sabato scorso. Stavo facendo colazione incollata al cellulare, come sempre. Il sabato mattina faccio colazione da sola e mi piace prendermela ancora più comoda del solito, quindi recupero video su YouTube e leggo articoli più elaborati, che il sonno cronico della settimana non mi farebbero apprezzare. Sabato scorso stavo guardando foto su Instagram e sono incappata nella foto di una donna che seguo perché mi piace quello che legge. Nella didascalia della sua ultima foto rinviava al suo profilo per l’ultima sua newsletter quindi, non avendo idea che ne scrivesse una, ho seguito il link e ho letto quei pochi paragrafi, totalmente catturata. La persona che pensavo di “conoscere” perché abituata a vederla in foto o a sentirla parlare in video mi ha mostrato un mondo interiore spiazzante. Le era successa davvero quella cosa? Com’è possibile che non l’abbia mai lasciata trapelare? Che non si sia mai lasciata tentare dal scrivere una didascalia enigmatica che lasciasse sottintendere qualcosa? Non si tratta di farsi gli affari degli altri o di pretendere che chi si espone su internet debba esporsi al 100%, anzi, francamente mi spaventano un po’ quelle persone che diventano il Grande Fratello di loro stesse. Tuttavia, in un mondo online dove inevitabilmente siamo ciò che mostriamo, siamo il lavoro figo che ci vantiamo di avere, i viaggi costosi o le cene luculliane, è così confortante leggere qualcosa di onesto. Qualcosa che non è stato scritto per venderci nulla, neanche una presunta vita perfetta, ma che doveva essere scritto e basta. Che qualcuno fosse lì fuori a leggerlo o no.

Traduttrice, femminista, lettrice.
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