Conforme alla gloria, Demetrio Paolin

#Stregathon: Conforme alla Gloria, di Demetrio Paolin

Il mio terzo approccio allo Stregathon è stato forse quello all’apparenza più tradizionale. Di libri che girano intorno al tema dell’olocausto ne sono stati scritti tanti, ma vuoi mettere i porno con i serpenti o un’autobiografia ironica mitteleuropea?

Conforme alla gloria, Demetrio Paolin

Invece Conforme alla Gloria di Demetrio Paolin stupisce, proprio perché non è la guerra il tema portante, né tantomeno l’olocausto in quanto tale. E’ chiaro che si parli dei campi di concentramento e di nazismo, ma la colonna portante del romanzo – almeno per come l’ho inteso io – è la reazione umana al male.

Paolin ha alle spalle studi critici su Primo Levi, quindi sa trattare la materia con serietà e competenza, aspetto fondamentale quando si va a toccare un periodo storico come quello del nazismo. Eppure, ripeto, non è il nazismo e non sono i sopravvissuti i protagonisti di questo romanzo. Protagonista di questo romanzo è la pelle, in senso letterale e metaforico.

Enea, sopravvissuto nel lager per le sue doti artistiche, ritornato a Torino lavora come tatuatore. Rudolf, figlio di una SS mai pentita, assorbirà in ogni fibra del suo essere l’odio e il mancato perdono nei confronti del padre. Ana, il cui nome già tradisce la patologia di cui ha sofferto, si vede solo come involucro.

Le vite di queste tre persone, a prima vista lontane e senza nulla in comune, si intrecciano e si mettono a nudo di fronte al lettore, che non potrà fare altro che osservare, inerme, le trame che vengono intessute dal destino.

E’ un romanzo duro, che vuole scalfire la pelle del lettore e stimolare riflessioni su temi che sono meno lontani da noi di quanto possa sembrare. Spero che, Strega a parte, questo romanzo venga letto da quante più persone possibili: da chi c’era o si ricorda, ma anche dalle generazioni più giovani.

Traduttrice, femminista, lettrice.
Articolo creato 41

2 commenti su “#Stregathon: Conforme alla Gloria, di Demetrio Paolin

  1. Ho conosciuto Demetrio nel 2005 quando ha scritto “Il pasto grigio”, per un piccolo editore neonato che si chiamava Until.Ed, ed era ancora sconosciuto. Possiedo ancora quel libro con il suo autografo, si sentiva che “aveva la stoffa”, e mi fa un immenso piacere che oggi abbia fatto un bel po’ di strada, la Voland è per una delle case editrici più interessanti. Un saluto

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