Copertina de La Sposa di Mauro Covacich

#Stregathon 2: La Sposa di Mauro Covacich

 

La Sposa è una raccolta di racconti ispirati a fatti di cronaca e ad avvenimenti legati alla vita privata dello scrittore, dove il confine fra realtà e finzione è labile. I racconti sono 17 e sono in ordine sparso, nonostante l’autore indichi le macro categorie di appartenenza: Ritratti, I miei non-figli, Identikit, Nevrosi aerobica, Favole per bambini vecchi.

Copertina de La Sposa di Mauro Covacich

La scrittura di Covacich è coinvolgente e il suo stile mi ha colpito fin dalle prime righe del racconto che dà il titolo alla raccolta, un racconto che prende spunto dalla vicenda tragica che ha visto la morte dell’artista Pippa Bacca per parlare anche del valore dell’arte e dell’importanza del riconoscimento – in quest’ultimo aspetto ho trovato un parallelo con quanto afferma Amanda Palmer nel suo The Art of Asking.

“E’ la paranoia il nostro peggior nemico, uomini e donne che inaridiscono bunkerizzati in casette dotate di panic room e circuito di videosorveglianza. Se ti esponi al contatto casuale con un bel sorriso l’altro ti premierà. […] Il vestito grida ai quattro venti io credo in te, io credo in voi, ma poi ha bisogno che qualcuno l’aiuti a dimostrarlo”

Tuttavia, è l’unico racconto tratto da un fatto di cronaca (o ispirato a persone realmente esistite) che abbia lasciato il segno. Secondo me infatti Covacich è molto più incisivo e brillante nel trattare argomenti più vicini alla sua esperienza. Il racconto Sterilità, del filone I miei non-figli, è esilarante e esprime perfettamente quello che tutti prima o poi pensano quando si ritrovano in una carrozza del treno in balia di bambini urlanti.

Il Punzonatore e L’uomo-che-soffia sono ritratti indimenticabili di persone che potremmo tranquillamente definire delle sagome, da quanto sono particolari e bizzarre.

Infine, l’ultimo racconto che mi sento di citare è Doppia Panna, che racconta la vacanza a Roma del nipote di Covacich. Covacich è triestino e in questo racconto mostra tantissimi aspetti di come i triestini vedono “l’Italia”. E’ proprio nel suo sapere descrivere la provincia giuliana e friulana che Covacich mostra il meglio di sè. Potrei essere di parte e non so se i lettori che non conoscono questa realtà vedano quello che ho visto io, però avendo vissuto per cinque anni a Trieste ed essendo il mio ragazzo friulano (se vi sembra strana questo mio continuo distinguo, sappiate che per loro il Friuli e la Venezia-Giulia sono due entità separate, non commettete il mio stesso errore di dare del friulano a un triestino!) ho riconosciuto tantissimi tic e peculiarità tipiche di queste zone. Al contrario, nei racconti ispirati ai fatti di cronaca spesso mi trovavo meno propensa alla sopresa o meno coinvolta prorpio perché riconoscevo i fatti a cui faceva riferimento e non riuscivo di conseguenza a entrare nella finzione.

Leggerò sicuramente altro di Covacich (ho Trieste Sottosopra in wishlist da secoli, ho rimandato e rimandato e alla fine ho finito l’università e ciao Trieste, ma prima o poi tornerò e mi armerò per tempo) e vi consiglio la lettura de La Sposa, anche se, come ha fatto notare anche Diana, se fossero stati tolti alcuni racconti forse la raccolta sarebbe stata ancora più incisiva.

 

La Sposa

Mauro Covacich

Bompani, 2014, € 16,00

Traduttrice, femminista, lettrice.
Articolo creato 41

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