Letture – Agosto 2019

Agosto è volato in men che non si dica e nonostante io abbia avuto la sensazione di aver letto tantissimo, in realtà ho completato solo due libri, quindi comincio subito con il primo.

Invisible Women, Data Bias in a World Designed for Men – Caroline Criado-Pérez

Stando al sito dell’autrice, il libro è in arrivo in italiano nel 2020, quindi segnatevi il nome perché sarà un libro che vorrete leggere se siete donne (ma non farebbe male leggerlo neanche agli uomini). Di cosa si parla? Semplicemente di come nel corso dei secoli i dati che sono stati raccolti, e che continuano ad essere raccolti, per una serie di applicazioni pratiche – dai test per i farmaci, passando per le divise dei militari, ai crash test per le auto, fino all’architettura e pianificazione urbana – non abbiano tenuto conto di metà della popolazione, ossia delle donne. Potrà sembrare strano, ma il sessismo del gender data gap ha conseguenze che a volte possono anche essere letali, come ad esempio per le donne nella polizia che si ritrovano a dover indossare giubbotti antiproiettile che non sono stati fatti per contenere il seno, e che quindi di fatto non coprono tutto l’addome. O ancora, quanti di noi quando pensano ai sintomi dell’infarto si immaginano accasciati a terra, con dolore al braccio sinistro e al petto? Beh, sappiate che nelle donne l’infarto si manifesta con dolore allo stomaco, nausea e difficoltà a respirare. Per quanto molti medici siano a conoscenza di questo fatto (anche se si continua a riferirsi a questi e ad altri sintomi tipici delle donne come “atipici”, perché il default è sempre l’uomo, ricordiamolo), quante di noi andrebbero in ospedale o si preoccuperebbero per una parente con tali sintomi?

Ascoltare questo libro letto dall’autrice mi ha fatto arrabbiare tantissimo, perché in certi momenti era palese il suo sconforto e la sua delusione nel vedere come anche in tempi recenti la presenza delle donne sia considerata un’anomalia, una casualità che non va tenuta in conto più di tanto, anche quando ne va di mezzo la nostra salute. E non è che con la tecnologia le cose vadano meglio, come spiega in un capitolo sui software di riconoscimento vocale: se le varie assistenti vocali (guarda caso, le assistenti sono sempre donne) e i navigatori riconoscono meglio le voci dei vostri amici/parenti/compagni maschi non è un caso, è perché sono testati utilizzando voci maschili.

Inutile dire che ho ammorbato tutti con aneddoti tratti da questo libro e che vi invito a recuperarlo. Vi farà andare su tutte le furie, ma vi spronerà anche a fare domande, a rompere le scatole e a fare sentire la vostra voce.

 

Celestial Bodies, Jokha Alharthi (traduzione di Marilyn Booth)

Il primo romanzo omanita ad essere tradotto in inglese (è in corso di traduzione per Bompiani) ha anche vinto l’International Man Booker Prize nel 2019. Ispirata dal titolo e dal fatto che racconti, attraverso una pluralità di voci, la società e gli usi di un Oman in cui stanno cambiando molte cose, ho deciso di inserirlo nel mio ormai rito annuale di leggere una donna in traduzione per stare in tema con il Women In Translation Month.

Purtroppo le mie aspettative positive sono andate via via scemando con il progredire della lettura, cosa che mi è dispiaciuta tantissimo perché il romanzo comincia in quarta, coinvolgendo subito il lettore nelle vicende della famiglia che è al centro della narrazione (c’è persino un albero genealogico, che è un dettaglio che mi attira sempre).

La vicenda parla di tre sorelle, le quali prendono strade diverse per quanto riguarda il matrimonio. La maggiore accetta un matrimonio combinato con un uomo che non ama dopo una delusione amorosa, la seconda accetta la proposta di matrimonio di un artista perché se proprio deve sposarsi non vuole un uomo come gli altri, e la terza, che ricordando una promessa fatta da bambini aspetta di poter sposare un lontano cugino emigrato in Canada che non la ama. Le voci delle tre sorelle si alternano a quelle di altri personaggi, consentendo a chi legge di avere una visione più ampia, ma al tempo stesso più confusa di quello che sta succedendo. Se da una parte infatti l’intreccio si fa più fitto e si muove avanti e indietro nel tempo, dall’altra la brevità del romanzo fa sì che alla fine ci si ritrovi a non aver tirato le fila su molto.

Sicuramente mi ha lasciato delle curiosità su un paese di cui non so nulla e sul quale adesso ho diversi interrogativi, ma per quanto riguarda la storia in sé, avrei preferito una narrazione meno dispersiva che permettesse di conoscere più a fondo i personaggi.

 

Riuscirò a essere costante con questo appuntamento mensile in cui riassumere le mie letture? Chi può dirlo. Ma soprattutto, come sono andate le vostre letture in questo mese?

A presto,

F.

Traduttrice, femminista, lettrice.
Articolo creato 41

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